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ENDOMETRIOSI E TERAPIA NUTRIZIONALE

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L’endometriosi è la principale causa di dolore pelvico cronico nella donna, causato dalla presenza dell’endometrio al di fuori della normale sede anatomica ovvero della cavità uterina. E’ una malattia infiammatoria la cui eziologia è multi fattoriale, legata a fattori genetici ed epigenetici. La sua diagnosi è ancora tardiva e arriva al termine di un percorso lungo e disabilitante, con serie ripercussioni psicologiche per le donne che ne sono affette che, molto spesso, vanno incontro ad una compromissione delle normali attività quotidiane e ad infertilità.

In questa patologia la terapia nutrizionale ha un ruolo fondamentale nell’attenuazione dei sintomi e di conseguenza nel miglioramento della qualità di vita che si riduce notevolmente. Da una review di 172 studi è emerso che esiste una correlazione tra l’assunzione di determinati alimenti e i livelli di molecole infiammatorie nell’organismo. L’obiettivo del piano dietetico è infatti quello di migliorare la risposta insulinica e la sintomatologia globale dell’endometriosi, attraverso la combinazione di cibi antinfiammatori, disintossicanti e liberi di ormoni, noti per essere la benzina che fa avanzare la patologia.

Essendo l’endometriosi una malattia infiammatoria cronica, da evitare è il consumo di alimenti pro-infiammatori (glutine, soia, lattosio e derivati, ma anche alcol, caffeina, zuccheri, avena, carne processata e altri alimenti contenenti grassi saturi), mentre da aumentare è il consumo di alimenti ricchi in fibra come i cereali integrali (senza glutine), legumi, frutta e verdura.

La terapia dietetica pone al centro il consumo di alimenti anti-infiammatori come il pesce azzurro (salmone, sgombro, alici, tonno) che è ricco di acidi grassi buoni della serie omega 3, ma anche olio extravergine di oliva, avocado, frutta secca e semi oleosi, anch’essi alimenti aventi un elevato potere anti-infiammatorio e anti-ossidante.

Importante è non consumare prodotti dolciari commerciali ma piuttosto farli in casa con ricette realizzate con ingredienti idonei che non portano ad un peggioramento dei sintomi di questa patologia. Inoltre, si consiglia di prestare attenzione anche ai condimenti usati per condire le pietanze che devono essere quanto più naturali possibili, privi di conservanti e quindi preferibilmente fatti in casa (alcuni esempi: pesto di basilico, pesto di noci, crema di broccoli, vellutata di zucca).

In questo contesto il nutrizionista ha a disposizione diversi protocolli alimentariche si sono dimostrati utili e sceglierà quello più adatto in relazione alla gravità della malattia e al quadro anamnestico dell’individuo considerato.Per di più, a sua discrezione, vi inserirà nel piano alimentare personalizzato diverse ricette per preparare piatti gustosi, nutrienti e anti-infiammatori.

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