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ASSEMBLEA NAZIONALE PD – L’INTERVENTO DI GIANNI PELLEGRINO

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Ci troviamo, qui, in assemblea, per affrontare la questione relativa alle dimissioni del nostro segretario Nicola Zingaretti.

Sapendo che le idee camminano con le gambe degli uomini, io da tempo mi faccio una domanda, che mi permetto di rivolgere a tutti voi: il Pd ha idee?

Forse molte sono le idee, ma tutte divergenti da quelli che dovrebbero essere gli obiettivi caratterizzanti il ruolo politico del partito e condivisi con la base.

Anzi mi sembra e tale sembra a noi di periferia, visto che vengo dal Sud Puglia, da Nardò in provincia di Lecce, che al nostro Pd manchi, addirittura, una propria identità.

Dobbiamo, allora, prioritariamente definire la nostra identità e non affidarci agli eventi esterni, muovendoci a rimorchio, e, ancor peggio, ad interessi particolari che, in questa fase di confusione, possono emergere e prendere il sopravvento.

Noi chiediamo e dobbiamo insieme costruire un Pd che definisca se stesso, scelga strategie a medio e lungo termine passando con oculatezza attraverso il momento tragico, da cui siamo attanagliati a causa della pandemia, e progettare con intelligenza politica il momento che dovrà pur seguire, in cui ogni forza politica riprenderà il proprio cammino.

Insomma, attraverso un approfondito esame di coscienza, dobbiamo riscoprire chi siamo e cosa vogliamo fare

Se sappiamo chi siamo possiamo anche voler e saper essere nella grande storia nazionale e nelle particolari storie della periferia.

Il Pd, unico partito di grandi tradizioni culturali e politiche, deve imparare ad essere centrale nel panorama politico italiano.

Non dobbiamo noi inseguire gli altri per essere riconosciuti utili.

Non dobbiamo inseguire soprattutto quelle forze che, improvvisate, sanno gestire populisticamente solo il presente, che non sanno prefigurare un futuro e che non hanno né vogliono riconoscere un passato politico con tutta la sua carica e tutta la sua esperienza a chi ha saputo costruirlo.

Né tanto meno dobbiamo inorgoglirci perché gruppi si improvvisano, manifestano in momenti che loro ritengono critici e, poi, scompaiono senza alcun percorso militante e soprattutto culturale.

E anche questo manca al nostro partito. Sì, una formazione di classe dirigente tra i giovani e i più sensibili al richiamo di un partito di centro-sinistra, riformista ed europeista.

Se ricerchiamo una nostra identità, che non vuole essere chiusura, ma forza culturale e politica per condividere con gli altri il cammino e con altri definire la gestione e lo sviluppo del paese, possiamo, allora sì, discutere degli uomini.

Vitale è riscoprire la nostra identità anche per coinvolgere nuove generazioni; vitale è riferirsi la strategia dei nostri partiti di riferimento storico e culturale nella nuova dimensione del nostro tempo; vitale è riprendere il dialogo con la gente in tutti i territori e in costante attenzione; vitale è valorizzare i nostri circoli presenti di paese in paese, il più delle volte abbandonati, lasciati allo sbando e riscoperti solo durante le campagne elettorali; vitale è predisporsi ad essere partito politico centrale, capace di progettualità e pronto a saper parlare agli elettori in ogni campagna elettorale, dalla comunale alla regionale e alla nazionale, in particolar modo a quella del 2023.

Questa mia è una modesta voce di periferia, precisamente di quel Sud che, tra l’altro, attende una seria politica di riscatto.

Si ha, comunque, ancora fiducia nel Pd. Ma il Pd ha la volontà di muoversi per meritarla ancora e con determinazione corrispondere?

Gli uomini ci sono. E se non ce l’amico Nicola Zingaretti , cui va tutta la  gratitudine per il suo  costante impegno, potrà ben esserci Enrico Letta, anzi ben venga il Presidente Enrico Letta  al quale non si può che augurare un buon lavoro ponendosi al servizio delle idee nel più ampio  coinvolgimento della base.

Ci sono anche le giovani generazioni nell’area del centro sinistra e stanno vivendo con amore e con entusiasmo la storia del nostro P.D.

Vogliamo o non vogliamo assegnarci idee precise, attrezzarle di chiarezza e di intelligenza affinché possano con lungimiranza camminare con le gambe degli uomini?

Sta a noi e noi non possiamo che augurarcelo e lavorarci con passione.

Giovanni  PELLEGRINO

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