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AL VIA I FESTEGGIAMENTI PER S. ANTONIO DI PADOVA

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La Chiesa di S. Antonio di Padova in Nardò fonda le sue origini nelle travagliate vicende dell’antica colonia ebraica di questa città.

Gli ultimi anni del 1400 registrarono l’espulsione degli Ebrei ivi residenti, l’esproprio di tutti i loro averi ed il passaggio dalla grande sinagoga a Chiesa cristiana, dedicata al Santo di Padova, in coincidenza con l’avvento nel feudo neretino della famiglia Acquaviva d’Aragona con il conte Bellisario, eternato nel Tempio antoniano nel maestoso Mausoleo cinquecentesco.

La devozione del popolo neretino verso l’Astro risplendente di Padova, già fisso nella cristianità sin dalla sera di quel venerdì 13 giugno 1231, andò sempre più corroborandosi fino a manifestarsi in opere impensabili e oltremodo provvidenziali come quella del 1343 di un certo Matteo, Canonico cantore dell’insigne Capitolo Cattedrale neretino, il quale, con tutto il suo ingente patrimonio, fondò in Nardò un Ospedale per i poveri sotto il titolo di S. Antonio.

Attratto dalla sua figura e sperimentato il suo paterno aiuto, Nardò elesse il “Padovano” suo Protettore e Compatrono e lo venerò accanto al Patrono Armeno nella luce della comune Madre Incoronata e del provvido Arcangelo S. Michele.

Sin dai tempi antichi quindi Nardò parlò tutta del Santo di Padova ed il popolo neretino visse, incarnandola nelle proprie condizioni, la nuova spiritualità antoniana: per Antonium ad Jesum.

Grandi Presuli della Cattedra neretina, tra i quali per maggior merito Mons. Calanio della Chiaia, mons. Orazio Fortunato (con la donazione del pregevolissimo cassettonato ligneo del 1680), Mons. Ricciardi e nobili famiglie neretine, fecero a gara per esprimere con generosità la loro devozione. 

Mons. Sanfelice, “ob specialem devotionem” verso il Santo del suo nome, volle arricchire ancor di più il Tempio e solennemente consacrarlo il 9 novembre 1710.

La presenza quasi fisica del Santo in Nardò si rivela nei grandi e piccoli monumenti sorti in suo onore: nel Sedile in Piazza Salandra del 1630, nell’altare privilegiato della Chiesa dell’Incoronata, nei numerosi angoli delle case, delle piazze, delle strade, nelle contrade del feudo e nelle campagne, dove, come tutelare, è collocata l’immagine familiare con il vezzoso Bambino tra le braccia.

Volendo continuare a onorare il Santo Taumaturgo, la Comunità si appresta a vivere i Festeggiamenti religiosi e civili dei prossimi giorni con la viva speranza di tenere accesa nel popolo neritino la fiaccola della devozione al grande Santo.

Di seguito il programma dei Festeggiamenti dal 1 al 13 giugno che culmineranno con la Solenne processione  per le vie della Città e con le Celebrazioni eucaristiche della Solennità del Santo.

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