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NIENTE DOLCI PER UN MESE.

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Quando finalmente arriva la motivazione e siamo pronti per iniziare la dieta iniziamo ad apportare delle modifiche all’alimentazione, riduciamo le quantità, inseriamo gli spuntini ed eliminiamo alcune categorie di cibi.

Inizia una specie di detox da alimenti che riteniamo dannosi o particolarmente calorici ed ecco che per mantenere l’impegno con noi stessi facciamo un fioretto: niente dolci per un mese, ad esempio.

Inizia così un tour de force, fatto di sacrifici e rinunce, inizialmente abbastanza in discesa perché la motivazione è alta, ma col passare dei giorni iniziamo ad avvertire alcuni segnali, passiamo da una gelateria e guardiamo le vaschette di gelato immaginandone il sapore, passiamo da una pasticceria e sentiamo il profumo dei dolci e brioche appena sfornati.

E così il desiderio inizia a farsi sentire. Ma ci imponiamo di dover resistere, mancano dieci giorni alla fine del fioretto. Nel frattempo il desiderio aumenta, il pensiero si fa più costante.

Allora magari mangiamo qualcosa in sostituzione, in alternativa, ci sentiamo irrequieti, anzi insoddisfatti. La mela non potrà mai sostituire un buon gelato.

Se ci pensate, tanto sacrificio vale la pena? Perché ci maltrattiamo in questo modo?

Ogni cibo è fatto per essere mangiato. Ogni gusto è fatto per essere assaporato. E il corpo invia segnali specifici quando desidera un determinato cibo e non possiamo prenderlo in giro quando mangiamo qualcos’altro.

Sol perché un cibo risulta più calorico, più saporito, più appetitoso non è detto che sia più dannoso. In proporzione ne mangeremo di meno, ma lo mangeremo.

Ogni cibo soddisfa un’esigenza e saper riconoscere quella determinata esigenza è fondamentale. Non possiamo ignorarla perché vorrà dire mandare in confusione il corpo e la mente.

Se ignoriamo per troppo tempo i segnali che ci arrivano dal corpo, se non siamo in grado di ascoltare quelli che giungono dalla mente, sarà un problema.

Arriveremo a non rispondere al nostro stomaco che brontola e arriveremo a rispondere alle emozioni col cibo.

Rinunciare per troppo tempo a dei cibi in particolare vuol dire attribuire una potente etichetta, a demonizzare e farci controllare da essi.

Non saremo più liberi e in grado di gestire il cibo, ci faremo controllare da esso e dagli eventi. Rinunciare per troppo tempo non farà altro che aumentare la desiderabilità nei confronti del cibo e appena arrivati al limite massimo di sopportazione cederemo.

Mangiare dopo tempo di privazione non sarà mangiare. Saremo offuscati e ossessionati. Può essere che perderemo il controllo e alla fine non riusciremo neanche ad assaporare quel gelato che abbiamo tanto desiderato.

Allora, riflettendoci, ne vale davvero la pena? Perché imporre una rinuncia di qualsiasi genere? Perché tanta sofferenza? Perché credere di non meritare il dolce?

A parte casi particolari che riguardano la salute, per la maggior parte di noi mangiare è libertà. Il cibo è cibo. Qualsiasi cibo ha la medesima funzione: nutrire.

È l’eccesso che non è funzionale, sono le diete restrittive e fai-da-te che non sono funzionali, è la rinuncia che non è funzionale.

Essere mindful vuol dire saper osservare, ascoltare e rispondere. Questo vuol dire volersi bene, non occorrono diete drastiche e rinunce, se alleniamo la nostra mente a non reagire automaticamente, il nostro corpo la seguirà e la conseguenza sarà un corpo in salute perché sarà lo specchio di una mente forte e sana.      

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