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“CARO FRATELLO AUGURI DI BUONA PASQUA” – GIUSEPPE COZZA, CANDIDATO SINDACO, RISPONDE A MELLONE

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Un’intervista compare su un noto sito di informazione provinciale. Giuseppe Cozza, candidato a sindaco, risponde.

CARO FRATELLO PIPPI EVITA GLI SPROLOQUI: AUGURI DI BUONA PASQUA.

Ho letto gli sproloqui, non saprei in che altro modo definirli, di Mellone sul Corriere Salentino (qui l’intervista), attraverso i quali, ancora una volta, ha dimostrato la sua natura ma, soprattutto, la grande paura che lo pervade. Chi legge in controluce l’intervista coglie il terrore che prova, derivante dalla situazione politica e, forse, da altro: e si, deve essere proprio quell’ “altro” che lo preoccupa, infatti alle relative domande non risponde in termini chiari ma, come nelle altre precedenti occasioni, ci gira intorno.

Ha paura e si vede: fatti suoi. Per quel che invece attiene alla parte politica dei suoi, se la veda pure con la Mita e con Frasca: sono stati suoi alleati, se la vedano fra loro.

Da parte mia mi limito solo ad alcune considerazioni di altra natura, perché il mio essere cattolico mi impone di essergli fratello e, per tale motivo, proprio perché gli voglio bene, vorrei consigliargli di praticare di più, nel riserbo assoluto, qualche padre spirituale e di evitare di farsi selfie mentre prega o dietro alle processioni: la Fede si vive e non si espone!

Quindi, caro fratello Mellone, mi permetto di ricordarti che ci avviamo vero la Santa Pasqua che, come dovresti sapere, per noi cattolici è occasione di profonda riflessione e meditazione sul Nostro Salvatore e sul mistero della Sua Resurrezione. Ricordo una grande predica, di qualche anno fa, che tu sicuramente non hai avuto occasione di ascoltare, sull’umiltà cristiana e che ammoniva i cattolici a “non farsi un’idea troppo alta di sè stessi”.

Te ne ripropongo alcuni passi, CARO FRATELLO PIPPI, convinto che li terrai in considerazione.

Dice San Paolo: “Non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione. […] Non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi” (Rm 12, 3.16). Attraverso queste poche parole la parenesi apostolica ci apre dinanzi l’orizzonte dell’UMILTA’. Nell’Antico Testamento l’umiltà trova il suo fondamento nel fatto che Dio “respinge i superbi e dona la sua grazia agli umili” (cf Prv 3, 34; Gb 22, 29), che egli “guarda verso l’umile, ma al superbo volge lo sguardo da lontano” (Sal 137,6). Dio innalza gli umili e abbassa i superbi”: da qui parte San Paolo per introdurre nel discorso intorno all’ UMILTA’ il concetto di VERITA’. Dio ama l’umile perché l’umile è nella verità: è un uomo vero, autentico.

Egli punisce la SUPERBIA, perché la superbia, prima ancora che ARROGANZA, è MENZOGNA: tutto ciò che nell’uomo non è umiltà è menzogna. L’uomo, in special modo il cattolico, non deve essere orgoglioso nel modo sbagliato. Erra chi ha eccessiva stima di sé o si sente superiore a motivo di capacità, aspetto, ricchezza o posizione sociale: erra perché si comporta con arroganza e presunzione. Se lascia che l’orgoglio sbagliato gli pervada il cuore, l’uomo diventa ancora più meschino e succube della superbia.

E chi è superbo non solo si sente superiore agli altri, ma li disprezza. (Luca 18:9; Giovanni 7:47-49): Gesù elencò la superbia insieme ad altre qualità malvage che vengono “dal cuore” e “contaminano l’uomo” (Marco 7:20-23). Vedi, CARO FRATELLO PIPPI, come dice il saggio Salomone: “Sei cose odia il Signore, anzi sette gli sono in abominio”, e a capo di questo elenco di sette peccati letali ci sono “gli occhi alteri” (Proverbi 6:16-17). Gli occhi alteri sono la finestra sul mondo di un uomo arrogante: dal piedistallo della sua superiorità, li usa per guardare gli altri dall’alto in basso.

Per Salomone nessuna caratteristica è più abominevole di questa: nessun vizio è maggiormente opposto a Dio. Dio odia l’orgoglio perché è la manifestazione della più profonda corruzione, la radice causa di tutte le forme di peccato. Poi Salomone abbassa il suo sguardo dagli occhi al cuore: “Chi ha un cuore superbo è in abominio al Signore; certo è che non rimarrà impunito” (Proverbi 16:5). Invece di coltivare pensieri d’amore per gli altri, l’uomo orgoglioso cova giudizio e amarezza, invece di esprimere gentilezza e compassione, esprime critica: è convinto della propria superiorità nei confronti di tutti, è ossessionato da sé stesso.

Leggi la Bibbia, CARO FRATELLO PIPPI, e udrai le parole di Dio: “Io odio la superbia, l’arroganza, la via del male e la bocca perversa” (Proverbi 8:13). Ecco, CARO FRATELLO PIPPI, non voglio aggiungere altro: goditi in pace la Santa Pasqua in spirito di umiltà e pace, come si conviene ad ogni buon cattolico.

Giuseppe Cozza

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