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SICILIANO: SCUOLE AL FREDDO E CANDIDATI IN CALDO, È QUESTO LO SCENARIO CHE PIACE A MELLONE

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Senza riscaldamento da 10 giorni, costretti ad indossare i giubbotti per l’intera durata delle lezioni.

È questa la situazione in cui si trovano bambini e bambine, docenti e personale scolastico della scuola di via Pilanuova, dove ieri mattina mi sono recato personalmente per verificare una nefandezza incredibile degna di scenari da dopoguerra. Ho preso atto, dopo una discussione con la responsabile del plesso, che la scuola in data 23/11 (9 giorni fa!) ha trasmesso al Comune di Nardò regolare richiesta di rifornimento di gasolio. A cui è seguito un formale sollecito. La risposta della solerte macchina amministrativa guidata da Mellone e i suoi, a quanto pare, è stata del tenore “dovete attendere, servono dei tempi burocratici”. Avete capito bene, tempi burocratici per soddisfare un bisogno fondamentale, primario: il gasolio per riscaldare una scuola. Episodio analogo – è bene ricordarlo – si verificò due anni fa nella scuola media di via XX settembre, dove la vecchia caldaia andò in tilt e gli Archimede di palazzo personé pensarono bene di installare dei termoventilatori, paragonabili a delle stufette da bagno, in ciascuna classe, salvo poi rendersi conto che il contatore dell’energia elettrica non sopportava il carico energetico con la tragicomica conseguenza che vide i tecnici costretti a smontare gli apparecchi da poco installati.

Una vicenda – quella della mancanza di riscaldamento – che lascia intendere il modo in cui amministrano i signori di palazzo, che per elargire incarichi e consulenze ai soliti noti impiegano pochi istanti, mentre per garantire diritti – forse perché non vi sono voti da conquistare – parlano di “tempi burocratici”. A ciò si aggiunga l’ulteriore beffa che vede nel 2020 una scuola ancora soggetta al sistema di riscaldamento tramite caldaia a gasolio e non a gas metano, divenuto ormai, persino quest’ultimo, vetusto e non al passo coi tempi, che prevedono sistemi di efficientamento energetico all’avanguardia di cui quasi tutti i Comuni si sono già ampiamente dotati.

Un’altra nota dolente di cui ho preso nuovamente atto stamattina è stata quella della scarsa connessione internet di cui è dotata la scuola di via Pilanuova, così come tutte altre. Chi sceglie la did non ha garanzia di vedersi riconosciuto il diritto allo studio perché i docenti non possono tenere le lezioni in modo continuativo per via di una linea internet scadente e discontinua. Un problema per il quale già due settimane fa intervenni pubblicamente sollecitando l’amministrazione ad adempiere al suo preciso dovere di potenziare le connessioni. Un provvedimento che impiega semplicemente la volontà di adottarlo e non richiede alcun tempo biblico come qualche emissario della cerchia di Mellone e i suoi lascia intendere.

Non si chiede la luna nel pozzo, ma il riconoscimento di diritti: quello allo studio e quello ad aule confortevoli in cui non soffrire il freddo. Sembra un appello da dopoguerra. Ma è il 2020, anno 5 della taroccata rivoluzione.

Lorenzo Siciliano

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