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“PRIMA SCARICO ZERO, POI SARÀ ATTIVATA LA RETE FOGNARIA DI PORTO CESAREO”

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“Evidentemente è necessaria chiarezza di fronte a ricostruzioni fantasiose e campanilistiche dell’attualità e, in generale, delle scelte compiute e da compiere sulla gestione dei reflui tra Nardò e Porto Cesareo”. All’indomani del via libera della conferenza di servizi in seno all’Autorità Idrica Pugliese per la rete di acqua e fogna sul territorio di Porto Cesareo, il sindaco Pippi Mellone interviene per spiegare cosa significa questa novità alla luce del complessivo accordo raggiunto nel 2016 tra le amministrazioni comunali di Nardò e Porto Cesareo e la Regione Puglia.

“Nell’interpretazione dei vari passaggi tecnici e burocratici – continua – sfugge indubbiamente che l’accordo raggiunto con il sindaco Salvatore Albano e con il presidente della Regione Michele Emiliano prevede, da un lato la disponibilità massima del Comune di Nardò al collettamento del depuratore di Porto Cesareo a quello neretino (presupposto per il completamento della rete fognaria cesarina), dall’altro la realizzazione di un sistema avanzato di depurazione e affinamento dei reflui al massimo livello, che ne consenta poi il riutilizzo in agricoltura, oltre che ovviamente l’eliminazione della condotta e dello scarico a mare, se non a fini assolutamente emergenziali. Fino a quando questo sistema non sarà realizzato, la rete fognaria di Porto Cesareo non sarà attivata e rimarrà lettera morta. E fino a quando sarò io il sindaco di Nardò nessuno verrà a scaricare nel nostro mare. Non è ancora chiaro a tutti che quelli che volevano la condotta hanno perso le elezioni nel 2016 e oggi stanno a casa, insieme al loro progetto milionario e folle dello scarico a mare. Spero adesso che il concetto venga metabolizzato: la rete fognaria di Porto Cesareo e tutto quello che comporta hanno una condizione imprescindibile, che è la realizzazione del progetto Scarico Zero”.
Scarico Zero, com’è noto, è un progetto “pilota” che ha rovesciato la logica obsoleta della condotta a mare prevista dal protocollo del 2015 e che ha reso Nardò il fronte d’avanguardia nella strategia della tutela del mare, della lotta alla desertificazione e del recupero della risorsa acqua. Il progetto, per il quale è stato già modificato il Piano regionale di Tutela delle Acque, prevede l’adeguamento dell’impianto di depurazione di Nardò e della seconda linea di trattamento dell’impianto di depurazione di Porto Cesareo per il rispetto dei limiti previsti dal D.M. 185/2003 per il riuso in agricoltura dei reflui depurati, la realizzazione dei recapiti complementari/ecofiltri in cui creare idonea riserva antincendio e per usi plurimi (come il lavaggio della viabilità pubblica ed eventuali ulteriori esigenze), nonché quale forma di contrasto all’erosione marino-costiera, infine le opere necessarie per il riutilizzo irriguo delle acque affinate dell’impianto di depurazione di Nardò nei comprensori Fachechi 1 e 2 del Consorzio di Bonifica dell’Arneo e delle acque affinate dell’impianto di depurazione di Porto Cesareo nel comprensorio Termine-Pendinello-Abbate Cola dell’Arif.

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