Lo scorso 10 ottobre, la Giornata Mondiale della Salute Mentale ha invitato nuovamente a riflettere sulla complessità dei nostri stati d’animo, un argomento che spesso trattiamo con eccessiva leggerezza o, al contrario, con troppa paura.
In questo stralcio di un ipotetico diario, propongo di vedere la psiche come un teatro e il nostro umore come un ballerino di danza classica: capace di virtuosismi incredibili ma, a volte, dolorosamente fragile.
La pagina di un diario
Caro diario,
in questo mio scrivere le dita scorrono sicure, come se stessi suonando una sinfonia al pianoforte di cui conosco a memoria le note senza alcun bisogno di leggerle sullo spartito. Non ho incertezze.
Da un po’ di tempo il mio umore è diventato un ballerino di danza classica, ma invece di servirsi della leggiadria per creare armonia, esegue movimenti scoordinati. Gli sto dando delle ripetizioni per affinare la tecnica. Chissà se diventerà un’étoile…