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giovedì 5 Dicembre 2024

ORDINANZA ANTICALDO – ELEVATA UNA MULTA AD UN IMPRENDITORE AGRICOLO

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Nella giornata di ieri gli agenti di Polizia Municipale hanno elevato un verbale da 500 euro verificando la violazione delle disposizioni “salva vita” emesse a salvaguardia dei lavoratori e previste dalla cosiddetta “Ordinanza Anticaldo” (Ordinanza 283 del 22/06/2018). Gli agenti sono intervenuti alle 13:42 in un terreno sito sulla via per Lecce.

L’intervento è avvenuto durante una delle azioni di monitoraggio che il comando di Polizia Municipale sta eseguendo regolarmente su tutto il territorio comunale per verificare il rispetto dell’ordinanza sindacale, emessa per disciplinare l’orario di lavoro nelle campagne.
Quest’anno il provvedimento, in considerazione del particolare andamento delle condizioni climatiche, è stato emesso in data 22 Giugno e comporta il divieto assoluto di lavoro nei campi nel periodo compreso tra il 25 giugno ed il 31 agosto, dalle ore 12:30 alle 16:30, fascia oraria che, come si ricorderà, fu concordata nel 2017 con la Coldiretti, la quale chiese esplicitamente lo spostamento di 30 minuti, al fine di armonizzare l’obbligo con i tempi della giornata di lavoro nei campi.
“In agro di Nardò nessuno, italiano o straniero che sia, può essere utilizzato per lavorare nelle ore più calde della giornata”, spiega il Sindaco Pippi Mellone, che aggiunge: “Nardò, il Salento e la Puglia hanno già visto troppi braccianti agricoli morire per aver lavorato in condizioni proibitive. Per questo abbiamo imposto una sospensione di quattro ore nelle ore più calde. Con il sole che sorge alle 6:00 e tramonta alle 20:00 rimangono ben 10 ore per dedicarsi al lavoro e quindi il provvedimento non incide sulle normali operazioni di lavoro. Questa disposizione assieme ad altri atti concreti che abbiamo messo in atto in questi due anni hanno reso la nostra città un luogo migliore per tutti, lontano dalla logica dei ghetti, dello sfruttamento, del dumping sociale che ne hanno logorato dignità ed immagine per trent’anni.

Anche per questo ho chiesto regole ferree al Prefetto: allontanare chi non ha i documenti in regola significa proseguire nella direzione della legalità. Chi non ha i documenti in regola non può essere assunto. Per questo ritengo incomprensibili le dichiarazioni di quanti si oppongono alle regole. Noi – aggiunge Mellone – andiamo avanti per azioni concrete. In questi due anni abbiamo fatto passi da gigante nella lotta allo schiavismo e al caporalato. Chi, come il segretario della CGIL Puglia, Pino Gesmundo, si permette di dichiarare sciocchezze ai giornali parlando di me e di Nardò non solo non sa quel che dice ma fa anche un torto ai suoi collaboratori sul territorio, che hanno lavorato con impegno ai tavoli tecnici in prefettura. Nardò non è più la città dello schiavismo. E’ la città dove i fratelli lavoratori (migranti e non) sono benvenuti mentre non sono graditi delinquenti, accattoni, nullafacenti e chiacchieroni”.

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