È 25 il numero dei feriti a seguito dell’esplosione del casolare di Castel d’Azzano, nel Veronese, avvenuta nella notte tra il 13 e il 14 ottobre. Nella deflagrazione, seguita dal crollo dell’edificio durante le operazioni di sgombero, hanno perso la vita i tre carabinieri Valerio Daprà, Davide Bernardello e Marco Piffari, rimasti intrappolati tra le macerie.
Oltre ai tre militari deceduti in seguito all’insano gesto degli occupanti, che avrebbero provocato l’esplosione all’interno del fabbricato, si contano numerosi feriti tra carabinieri, poliziotti e vigili del fuoco. Molti di loro si trovavano nei pressi della scalinata d’accesso al casolare e sono stati colpiti da detriti e ustionati dal violento scoppio.
Tra i feriti figura anche il carabiniere Alberto Mangia, 38 anni il prossimo 19 ottobre, originario di Nardò e in servizio presso l’Aliquota di Primo Intervento (Api) di Padova. Ricoverato all’ospedale Borgo Trento di Verona insieme ad altri nove colleghi, Mangia ha riportato ustioni ma non sarebbe in pericolo di vita. Inizialmente tenuto in coma farmacologico, le sue condizioni restano comunque sotto stretta osservazione medica e la prognosi è riservata. Accanto a lui i genitori, trasferitisi in Veneto per offrirgli sostegno.
Nell’elenco dei feriti figura anche un altro pugliese, Giuseppe Benso, 45 anni, di Bisceglie.
Intanto, la comunità neretina si è stretta attorno ai familiari delle vittime e al suo concittadino ferito. Il sindaco Pippi Mellone, insieme ai militari della stazione dei carabinieri di via Rubichi, alla compagnia di Gallipoli e all’Associazione Nazionale Carabinieri di Nardò, ha reso omaggio ai tre carabinieri caduti in servizio con una preghiera e la deposizione di un fascio di fiori al monumento dedicato agli eroi di Nassiriya, in corso Galliano.
L’amministrazione comunale segue con attenzione l’evolversi della situazione di Alberto Mangia, esprimendo solidarietà e vicinanza ai familiari e a tutti i militari coinvolti nella tragedia.
