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SAN GREGORIO, I FESTEGGIAMENTI ENTRANO NEL VIVO

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Entra nel vivo il programma di riti religiosi e civili in onore di San Gregorio Armeno, patrono della città.

Domani, venerdì 17 febbraio, è in programma la presentazione di 20 febbraio 1743: Nardò, una città che trema, il libro di Giovanni De Cupertinis e Andrea Vitale che racconta dell’evento sismico avvertito in tutto il Salento (con elementi di geologia sulla diversità degli effetti del sisma sul territorio) e per la prima volta in assoluto anche della mobilitazione delle città limitrofe a Nardò, quasi totalmente distrutta, per soccorrere la popolazione. Con documenti dell’Archivio di Stato di Lecce e degli archivi parrocchiali e diocesani, l’opera ricostruisce tutta la macchina dei soccorsi, il calcolo dei danni e la cura nella ricostruzione. La presentazione è in programma alle ore 10 presso la chiesa di San Domenico. Modererà don Giuseppe Venneri.

Il calendario di appuntamenti civili vivrà il suo momento più significativo con il concerto di Gabry Ponte, dj tra i più famosi al mondo, produttore e remixer nominato ai Grammy Awards, con oltre due miliardi di stream su tutte le piattaforme digitali. Appuntamento dopodomani, sabato 18 febbraio, alle ore 20:30 in piazza Diaz (ingresso libero). Un artista con una carriera ricca di successi e collaborazioni con altri, importanti, artisti italiani e internazionali come Zucchero, J-Ax, Lorenzo Jovanotti, Elisa, Marracash, Amii Stewart, Shaggy. Dj e producer già dall’età di vent’anni, ha raggiunto il successo nel 1999 con gli Eiffel 65 grazie al singolo Blue (Da Ba Dee) con oltre dieci milioni di copie vendute in 24 Paesi. Da quel momento la sua carriera è un successo dopo l’altro, dischi di platino, d’oro e la nomination al Grammy Awards come “migliore artista dance dell’anno” oltre che il premio come “miglior artista italiano nel mondo”. Ha all’attivo 14 album, 6 Extended Play, 62 singoli e 36 video. È il secondo artista più ascoltato in tutto il mondo. 

Per quanto riguarda, invece, il programma di appuntamenti religiosi va ricordato – nella giornata di domenica 19 febbraio (ore 18) – il solenne pontificale presieduto da S. E. mons. Francesco Cacucci, arcivescovo emerito della diocesi di Bari-Bitonto, e concelebrato da S. E. mons. Fernando Filograna, vescovo della diocesi di Nardò-Gallipoli. Al termine, la processione per le vie cittadine accompagnata dalla banda musicale “La cittadella dei ragazzi” diretta dal maestro Giovanni Greco e lo spettacolo pirotecnico al rientro in parrocchia. Dallo scorso lunedì (e fino a sabato), inoltre, è in corso il settenario in onore del patrono con le celebrazioni nella basilica cattedrale (tutte alle ore 18:30). A turno, ogni sera, le funzioni religiose vedono la partecipazione delle varie parrocchie e confraternite. Infine, lunedì 20 febbraio, giorno dedicato al Santo, sono in programma in cattedrale le messe alle ore 7:30, 9, 10:30 e 18:30. Mentre alle ore 17:15 in piazza Salandra saranno eseguiti i cento rintocchi di campana in memoria delle vittime del terremoto.

Nardò è l’unica città italiana che ha come unico patrono San Gregorio Armeno. San Gregorio Illuminatore nacque in Armenia nel 257 circa, giovanissimo si rifugiò in Cappadocia per sfuggire a una persecuzione e in quella terra venne educato al cristianesimo. Rientrato in patria e divenuto monaco, visse la persecuzione di Tiridate nei confronti dei cristiani in Armenia, che nel frattempo Gregorio aveva conquistato con l’efficace campagna di predicazione. Fu imprigionato nella fortezza di Artashat, dove restò tredici anni. Una lunga malattia del re si risolse con l’intervento di Gregorio, che da quel momento ottenne la conversione di Tiridate e il riconoscimento della religione cristiana in Armenia. Per questo motivo San Gregorio è anche conosciuto come il primo santo capace di convertire al cristianesimo, nel 301, un’intera nazione. Nel 302 Gregorio ricevette la consacrazione a Patriarca d’Armenia, divenendo riferimento principale per la comunità cristiana. Dopo un’intensa campagna di evangelizzazione decise di ritirarsi a vita anacoretica. Morì in un eremo sul monte Sepouh nell’anno 328. I resti vennero portati nel villaggio armeno di Tharotan e alcune sue reliquie sono sparse in vari luoghi del mondo. A Nardò si trovava una parte dell’avambraccio con la mano benedicente (secondo la tradizione trasportata da monaci armeni in fuga da una persecuzione iconoclasta), contenuta in un reliquario in argento trafugato nel 1975. L’attuale reliquario è una copia realizzata interamente a spese dei fedeli subito dopo il furto.

La tradizione vuole che la statua del santo, posta sul Sedile, si sia miracolosamente spostata, quasi a rivolgersi verso l’epicentro del sisma che alle ore 16:30 del 20 febbraio 1743 aveva colpito Nardò, con ingenti danni a persone e cose. Per i fedeli il numero dei morti e la devastazione sarebbero stati più ingenti senza l’intercessione del santo. Risulta da vari documenti che già prima di questo episodio la comunità neretina era intimamente legata alla figura del vescovo venuto dall’Oriente e lo aveva “eletto” a patrono. La dimostrazione di come il culto per San Gregorio superò negli anni i confini dell’Armenia e si diffuse tra i fedeli di tutto il mondo, da Oriente a Occidente. L‘universalità del suo messaggio cristiano, il suo impegno per favorire il dialogo e l’unione di tutte le Chiese cristiane e il rispetto dell’identità etnico-religiosa sono oggi attuali più che mai, valori fondamentali per una società libera e plurale.

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