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DENUNCIATE DAI CARABINIERI 228 PERSONE PER INDEBITA PERCEZIONE DEL REDDITO DI CITTADINANZA

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Nell’arco temporale che va da maggio a ottobre del 2021, i Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce hanno eseguito mirati controlli in materia di indebita percezione del reddito di cittadinanza, attuando una sistematica azione di controllo, con estese iniziative tese a verificare l’effettiva sussistenza dei requisiti richiesti dalla normativa vigente.

Nello specifico, lo screening è stato focalizzato sui seguenti 23 comuni della Provincia di Lecce:

  • Surbo;
  • Lizzanello;
  • Monteroni di Lecce;
  • Presicce – Acquarica;
  • Gagliano del Capo;
  • Specchia;
  • Matino;
  • Parabita;
  • Aradeo;
  • Sogliano Cavour;
  • Cutrofiano;
  • Seclì;
  • Martano;
  • Scorrano;
  • Trepuzzi;
  • Campi Salentina;
  • Carmiano;
  • Martignano;
  • Caprarica di Lecce;
  • Castrì di Lecce;
  • Calimera;
  • Poggiardo;
  • Collepasso;

restituenti un totale di 8.507 nuclei familiari percettori di reddito di cittadinanza, composti complessivamente da n. 15.666 membri.

I controlli:

  • calibrati su 4.858 famiglie, corrispondenti al 57,11% dei nuclei ivi residenti;
  • condotti su un totale di 12.316 individui, pari al 78,62% dei soggetti monitorati;

hanno consentito di:

  • rilevare n. 337 irregolarità;
  • deferire n. 228 persone, di cui:
  • n. 97 gravate da precedenti penali per reati contro il patrimonio, la persona e in materia di stupefacenti;
  • n. 7 con lo specifico pregiudizio associativo di cui all’art. 416 bis c.p.;
  • quantificare il complessivo importo del reddito indebitamente percepito pari a oltre un milione e mezzo di euro, per l’esattezza € 1.553.976.

Le verifiche – eseguite dai reparti del Comando Provinciale e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Lecce, indirizzate all’accertamento dei requisiti previsti dalla legge (cittadinanza, residenza, soggiorno, reddito, patrimonio, nonché su eventuali condanne penali o sottoposizione a misure restrittive) – hanno disvelato, nei casi di accertata violazione:

  • l’omessa indicazione dello stato di detenzione di componenti del nucleo familiare;
  • la falsa attestazione del:
  • periodo di effettiva residenza in Italia;
  • numero dei componenti il nucleo familiare;
  • reddito immobiliare e mobiliare;
  • cambiamento anagrafico e di residenza.

Tra i casi di indebita percezione suscettibili di richiamo mediatico si segnalano quelli relativi a:

  • una coppia del comune di Collepasso, che ha fornito false dichiarazioni sulla composizione del proprio nucleo familiare:
  • presentando contemporaneamente istanza di concessione del beneficio;
  • omettendo di dichiarare il proprio stato di convivenza;
  • inserendo nelle rispettive attestazioni la presenza di altri familiari, in realtà residenti all’estero, precisamente in Germania, dal 01.01.1991 e iscritti nell’Anagrafe dei Residenti all’Estero (A.I.R.E.) del comune di Collepasso;
  • percependo indebitamente il beneficio per la somma di oltre € 34.000 euro;
  • un soggetto, anch’egli residente a Collepasso, il quale ha dichiarato la presenza nel proprio nucleo familiare di sei minori stranieri mai censiti in quel comune, senza avere con gli stessi alcun vincolo di parentela e con l’indicazione dei dati anagrafici priva del luogo di nascita e della nazionalità, percependo indebitamente il reddito di cittadinanza per oltre 23.000 euro;
  • un cittadino del comune di Parabita, che ha omesso di comunicare all’INPS il proprio stato di detenzione domiciliare – a far data dal 24.03.2021 – percependo un sussidio pari a 3.900 euro;
  • cinque senegalesi, che sono risultati irreperibili nel Comune di Monteroni, luogo di residenza dichiarato;
  • un individuo di Aradeo che, oltre a essere sottoposto alla misura restrittiva della detenzione domiciliare, è risultato intestatario di una grossa imbarcazione da diporto.

Gli approfondimenti investigativi, terminati il 20 ottobre u.s., hanno infine consentito, sul fronte della riconducibilità dell’illecita percezione a:

  • contesti di criminalità organizzata, di accertare la posizione irregolare di n. 7 soggetti:
  • gravitanti nell’area di sodalizi criminali mafiosi del Salento;
  • alcuni dei quali condannati in seno ai processi scaturiti da massicce operazioni di polizia;
  • consistente nell’omessa indicazione – nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (D.S.U.) presentata dai rispettivi congiunti – del loro stato di detenzione derivante da condanna ex art. 416 bis c.p.;
  • irregolarità nell’istruzione delle pratiche da parte di eventuali uffici (CAF, Patronati), di non individuare forme di compiacenza.

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