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IL TURISMO NERETINO “SUPERA” DI SLANCIO LA PANDEMIA

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Il turismo neretino “supera” di slancio la pandemia. L’estate 2021, infatti, ha fatto registrare numeri nettamente migliori di quelli dell’estate 2020, complici le condizioni migliori della pandemia e una ritrovata fiducia delle persone a viaggiare (sebbene per spostamenti più di prossimità). L’annuale report dell’Infopoint di piazza Salandra, l’ufficio di informazione e accoglienza turistica gestito da “Turismo d’Autore” e ospitato nel sedile di piazza Salandra, ha fornito il solito “termometro” dei visitatori estivi sul territorio neretino. Dopo un 2020 turistico segnato fortemente dal Covid19 e praticamente “azzoppato” nella durata e nelle presenze, il 2021 evidenzia una decisa ripresa.

L’indagine è relativa al periodo compreso tra il 10 giugno e il 6 settembre e riguarda le persone “censite” dall’ufficio (quindi che transitano o alloggiano a Nardò), cui si sono rivolte per informazioni o altro. Ma occorre evidenziare, in ogni caso, che ci sono forti segnali di destagionalizzazione con un cospicuo numero di turisti che hanno scelto Nardò in questi giorni di tarda estate. Qualche dato particolarmente significativo. A luglio l’Infopoint ha “censito” 5360 turisti, il 51% in più dello stesso mese dello scorso anno (secondo l’Osservatorio regionale sul Turismo in tutta la Puglia l’incremento a luglio è stato del 40%). Ad agosto 9242 turisti, il 38% in più di agosto 2020. Per quanto riguarda la provenienza, il 70% sono italiani, il resto stranieri. Nardò è meta soprattutto di veneti e lombardi a giugno, di lombardi e marchigiani a luglio, ancora di lombardi e laziali ad agosto e settembre. Buoni anche i flussi di turisti pugliesi. I francesi (1400 presenze), invece, guidano la graduatoria delle presenze straniere da giugno a settembre, seguiti da tedeschi (1020) e olandesi (600), come avviene ormai da qualche anno. In crescita anche la presenza di turisti inglesi (480), svizzeri (400), belgi (350) e spagnoli (250).

Il report traccia anche un identikit del visitatore, che a giugno e settembre sembrerebbe essere quello amante della natura, del cicloturismo, della tradizione e dell’enogastronomia e che predilige un bagno al mare in totale tranquillità. Alloggia prevalentemente in b&b e case private del centro storico, è quasi sempre di mezza età e senza bambini al seguito. Mentre a luglio e agosto è un turista di tutte le età, con famiglia o in piccoli gruppi, amante del mare e della cucina locale, che alloggia in villaggi turistici, residence o appartamenti lungo la costa o in b&b in campagna.

L’analisi non si ferma ai numeri e all’identikit, ma approfondisce sensazioni e umori dei visitatori. Quelli positivi sono per l’autenticità e la pulizia del centro storico, per i servizi di mobilità (tour in ape calessino, escursioni in barca, noleggio di bici elettriche, ecc.), per le piste ciclabili urbane, per la Ztl del centro storico, per il parco di Portoselvaggio (e per il servizio di mobilità interna con mezzi elettrici), per la rete museale (con la richiesta di un biglietto cumulativo per tutte le strutture), infine per il rapporto qualità/prezzo di ristoranti e strutture enogastronomiche. Quelli negativi sono per il sistema provinciale di trasporti (mitigato in parte in città dalla “corrierina del mare” tra centro urbano e marine), per l’abbandono di rifiuti in zone di campagna, per la mancanza di parcheggio per i camper in prossimità del centro.

“Il 2021 – è la conclusione del report – può essere considerato un anno lusinghiero per il turismo neretino, una valutazione che viene rafforzata dal più generale anno da record per tutto il turismo pugliese. I dati a fine 2021 saranno presumibilmente migliori dell’anno 2019 pre-pandemia, anche se con una distribuzione diversa tra turismo italiano e straniero e nonostante la singolarità dell’estate, limitata ad esempio dalla mancanza di eventi di grossa portata o di sagre. Nardò ha la particolarità di contare su un turismo eclettico, che favorisce flussi che rispondono a ogni tipo di offerta degli operatori del settore, da quelli che operano sulla costa a quelli dei comparti enogastronomici e culturali nel centro storico e nell’entroterra”.

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