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DIABETE MELLITO DI TIPO 2: COME L’ALIMENTAZIONE PUÒ SALVARE LA VITA

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Il diabete mellito di tipo 2 è la tipologia di diabete più conosciuta e frequente, colpisce tipicamente i soggetti in età adulta ed è dovuta a molteplici fattori:

  • alimentazione scorretta sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo
  • sedentarietà
  • sovrappeso e obesità
  • predisposizione familiare
  • ipertensione
  • quadro lipidico alterato

Il diabete mellito di tipo 2 è una malattia metabolica caratterizzata da un’alterazione della funzionalità dell’insulina, un ormone fondamentale per mantenere nella norma i livelli di glucosio nel sangue e che viene prodotto dalle cellule beta del pancreas in seguito a un aumento della glicemia.

Nei soggetti affetti da diabete mellito di tipo 2 i livelli di glucosio nel sangue sono perennemente elevati e vi è una continua stimolazione delle cellule beta pancreatiche affinché producano l’insulina. Tutto ciò determina lo sviluppo dell’insulino-resistenza ovvero la condizione per cui i recettori dell’insulina presenti sui tessuti bersaglio non rispondono più ad essa e sono prodotti, inoltre, in un numero via via minore.

L’instaurarsi di una condizione di insulino-resistenza aggrava un quadro generale già seriamente compromesso facilitando l’aumento di peso. Quanto più un individuo è in sovrappeso, tanto più probabile è che sia insulino-resistente ma quanto più è resistente all’insulina, tanto più aumenterà di peso. E’ un circolo vizioso che porta a gravi complicanze quali coronaropatie, nefropatie e neuropatie che si traducono in un’epilogo mortale.

Tutti i pazienti diabetici di tipo 2 sono in sovrappeso o obesi; perciò la perdita di peso rappresenta l’aspetto più importante della terapia dietetica. Diversi studi hanno dimostrato che anche modeste perdite di peso inducono a una riduzione dei livelli di glicemia, grazie alla diminuzione dell’insulino-resistenza periferica e della produzione epatica di glucosio. Inoltre, con la perdita di peso, si ha un miglioramento di tutti i fattori di rischio cardiovascolare che caratterizzano la storia clinica delle persone affette da diabete, in particolare iperlipidemia e ipertensione arteriosa, più una significativa riduzione del fabbisogno di farmaci ipoglicemizzanti.

Benché talvolta utili per indurre una rapida riduzione del peso, le diete estreme non hanno dimostrato effetti benefici a lungo termine nei pazienti diabetici, né in termini di calo ponderale né tantomeno in termini di riduzione del rischio cardiovascolare. Un corretto approccio nutrizionale deve prevedere un’alimentazione varia e bilanciata; solo in questo modo si può indurre un cambiamento permanente delle abitudini alimentari, indispensabile per ottenere effetti benefici anche sulla qualità di vita.

Alla luce di quanto appena detto, se soffri di diabete di tipo 2 non sottovalutarlo. Si tratta di una malattia subdola che, con le sue complicanze, può portare alla morte.

Affidati a un professionista della nutrizione per salvarti la vita.

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