Durante il lockdown (Marzo-Maggio 2020) in Città si moltiplicarono le iniziative solidali in favore delle persone più bisognose, piegate ulteriormente dalla crisi sanitaria che ha inasprito una già esistente sofferenza economica.
Di quelle iniziative moltissime erano “anonime”, così come insegna il buon senso (per i laici) e il Vangelo (per i credenti). Ve ne fu una in particolare che coinvolse l’amministrazione comunale, che la promosse e la patrocinò. Fu l’iniziativa “solidale” che raccolse il maggior numero di fotografie. Dalla raccolta dei beni fino alla consegna nelle case dei beneficiari.
Contestammo, in quel momento, diversi aspetti di quell’iniziativa. Partendo dall’esibizione sfrenata della solidarietà, passando per l’assenza di un coordinamento con le associazioni storicamente solidaristiche come la Caritas diocesana e la mensa di comunità, giungendo ai “volontari” di quell’iniziativa che erano evidentemente – TUTTI – esponenti politici e/o futuri candidati. Contestammo anche il modo in cui le persone bisognose venivano individuate. Senza nessun coinvolgimento del settore servizi sociali del Comune (che, ripeto, patrocinava l’iniziativa in questione), ma semplicemente attraverso una chiamata o sms ad un numero telefonico intestato non si sa a chi. Come non si sa in quali mani siano finiti i probabilissimi elenchi di persone “raggiunte” e soddisfatte del loro bisogno grazie alle donazioni dei cittadini.
Venimmo attaccati con gli epiteti più meschini, ci tacciarono di essere “la vergogna della città” semplicemente perché stavamo esercitando il nostro ruolo di controllo – come mandato elettivo prevede – affermando che quella era un’iniziativa finalizzata a sponsorizzare quella che sarebbe stata una probabile lista a sostegno del sindaco uscente e che i “volontari” impegnati sarebbero stati, per la maggior parte, candidati.
Ebbene il tempo è sempre galantuomo e rimette ogni cosa al suo posto: oggi scopriamo che una delle liste a sostegno del sindaco uscente non solo vede la stragrande maggioranza di quei “volontari” candidati, ma persino il nome della lista è lo stesso dell’iniziativa “solidale” che si tenne, col patrocinio del Comune, e che venne difesa come scevra da appartenenze politiche.
Non vogliamo scuse. Siamo stati semplicemente facili profeti. Dieci mesi dopo possiamo, però, affermare che quel “siete la vergogna della Città” era, molto probabilmente, un’autobiografia.