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OGGI LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO DIOCESANO “PRESIDIO” E L’INAUGURAZIONE DEL CENTRO DI ASCOLTO SAN PAOLO VI

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Su iniziativa della Caritas Diocesana e con la collaborazione della Forania “San Gregorio” Armeno”, giovedì 20 dicembre alle 18,00 ci sarà a Nardò nella Sala “Roma” la presentazione del progetto “Presidio” e l’inaugurazione del Centro di Ascolto interparrocchiale “San Paolo VI”. Saranno presenti il nostro Vescovo Mons. Fernando Filograna, il Direttore di Caritas Diocesana don Giuseppe Venneri, il Sindaco della Città Giuseppe Mellone, il dott. Oliviero Forti dell’Ufficio Immigrazione di Caritas Italiana. 

Il Centro di Ascolto che avrà sede presso l’oratorio della Cattedrale, nei locali dell’ex C.I.M., è uno strumento della carità condiviso da tutte le parrocchie della città e ha il compito di offrire accoglienza, ascolto, orientamento ed accompagnamento alle persone che versano nel bisogno, sollecitando l’impegno della comunità cittadina a vedere nel fratello  in difficoltà  il volto di Dio.  Rappresenta dunque un valido contributo al territorio e si prefigge modalità di lavoro e di intervento che richiedono formazione e aggiornamenti continui, nonché una costante verifica del proprio operato: l’evoluzione socio-culturale e soprattutto la complessità in cui essa si sviluppa esige infatti una attenta analisi del territorio.  Occorre saper osservare con occhi attenti il contesto in cui i bisogni nascono e si diffondono, e occorre  ascoltare il territorio nella sua complessità. Il Centro di ascolto si dà l’obiettivo di essere strumento privilegiato di osservazione attraverso la costruzione di un “Osservatorio delle Povertà e delle Risorse”, una banca  dati cioè, collegata con la banca dati della Caritas Italiana,  da cui osservare le modificazioni sociali e culturali del territorio di riferimento.

Il Centro di Ascolto  nasce  dall’esigenza di fare comunione con le persone che, in situazione di difficoltà non hanno nessuno a cui rivolgersi per essere ascoltate e accompagnate, ma mette insieme anche tutte le risorse che i Centri di Ascolto parrocchiali hanno maturato sin qui, ottimizzando così la qualità complessiva dei servizi e la loro efficacia.

Il Centro di Ascolto è infine un luogo conosciuto dalla comunità, la cui presenza dovrebbe essere percepita come una risorsa nell’ambito del territorio; uno spazio “personale e personalizzato”, uno spazio affettivo, relazionale,  per conoscere, valorizzare, ricevere e dare speranza; un ambito dove mediare e incarnare, nella concretezza quotidiana, lo stile del Vangelo fatto di attenzione, di condivisione e di sollecitudine; un punto di riferimento per le persone in difficoltà che sanno dove trovare qualcuno che le accoglie e le accompagna alla conoscenza ed all’utilizzo delle risorse disponibili; una antenna, un punto di osservazione privilegiato; un “bacino di raccolta dati”, per la conoscenza delle situazioni di emarginazione presenti sul territorio.

Così facendo, il Centro di Ascolto diviene il punto di riferimento della comunità, da condividere con i parroci, gli operatori pastorali territoriali e i volontari: è pure un punto di osservazione privilegiato delle nuove povertà e dei disagi emergenti per poter individuare con le istituzioni territoriali idonee azioni di prevenzione e intervento; è altresì il punto di raccordo con la Forania, per ottimizzare le risorse esistenti e la “coscienza critica della comunità”  che aiuti a superare la concezione della Carità come intervento assistenziale.

Il Centro di Ascolto offrirà la massima riservatezza e offrirà un clima confortevole capace di far sentire a proprio agio  la persona da accogliere; data l’importanza e la delicatezza dell’azione sarà necessaria una adeguata preparazione dei volontari che non può prescindere da un continuo aggiornamento. I volontari opereranno in coppia e utilizzeranno la scheda messa a disposizione da Caritas Diocesana. L’orientamento si esprime nell’individuazione degli interventi concretamente possibili, a partire dalla valutazione dei problemi emersi, tenendo conto della specifica situazione della persona. Orientare significa: aiutare la persona ad analizzare il bisogno espresso in relazione alla propria situazione complessiva; fornire informazioni sui servizi disponibili sul territorio; indirizzare, accompagnando, la persona ai servizi più adeguati per offrire una risposta.                                                                            Scopo del Centro di ascolto, infine,  non è di semplice assistenza, ma di promozione integrale della persona:  per ogni caso si formerà un progetto, si fisseranno obiettivi, interventi, tempi durata dell’accompagnamento.                                                                                                                              I volontari del Centro di Ascolto che compongono l’equipe rivestiranno ciascuno specifiche funzioni; tra di loro vi sarà  un coordinatore con funzioni di coordinamento all’interno del gruppo e di punto di raccordo con Caritas Diocesana e di riferimento nei confronti di soggetti esterni. Il gruppo di lavoro  sarà coadiuvato da una equipe di esperti nelle diverse discipline che saranno chiamati ad intervenire per un primo intervento, qualora se ne ravvisino le esigenze, al fine di fornire una prima immediata risposta e per migliorare l’interazione e l’inclusione sociale delle persone in difficoltà. Il lavoro di ascolto verrà prestato a coppie secondo gli orari stabiliti; periodicamente si terrà un incontro con tutti gli operatori per analizzare e discutere i casi che verranno sottoposti di volta in volta, e sui quali verranno prese le opportune decisioni.

Il Centro di Ascolto resterà aperto al pubblico tre giorni la settimana: il lunedì e il venerdì dalle ore 10,00  alle ore 12,00 e il mercoledì dalle ore 16,30 alle ore 18,30. Rimangono comunque disponibili incontri per appuntamento anche in orari diversi, da concordare di volta in volta.                                  Ogni persona che si rivolgerà al Centro, sarà accolta da due volontari, che l’ascolteranno e le faranno firmare una liberatoria relativa alla privacy e compileranno una scheda di registrazione.    Su questi temi sarà cura dei volontari raccogliere il maggior numero di informazioni.                                                            Si cercherà piena collaborazione con le numerose associazioni di volontariato e con tutti i soggetti istituzionali.

La verifica è un momento metodologico molto importante attraverso cui gli operatori esprimono la dimensione comunitaria del proprio servizio: per questo motivo, almeno annualmente si verificheranno le motivazioni personali e del gruppo nonché gli obiettivi; semestralmente le modalità operative e gli aspetti organizzativi; settimanalmente gli ascolti. E per finire: una volta all’anno ci si confronterà con la comunità nelle sue espressioni istituzionali e organizzative.

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