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L’ITALIA CHIAMÒ, IN MOSTRA I DOCUMENTI SULLA GRANDE GUERRA

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Si chiama L’Italia chiamò la mostra sulla Grande Guerra ospitata sino al 30 novembre negli spazi del Museo della Città e del Territorio (piano ammezzato del castello Acquaviva D’Aragona), a cura dell’associazione culturale Archeoclub Terra d’Arneo. La mostra ha avuto un prologo nell’atrio del castello, dove è stata allestita in occasione non a caso della giornata del 4 novembre, la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, con la quale si ricorda appunto la vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale e il completamento dell’unità nazionale.

La mostra intreccia idealmente il legame della città di Nardò e dei neretini con il primo vero conflitto di dimensioni mondiali nella storia dell’uomo, una guerra che coinvolse le principali potenze tra il luglio del 1914 e il novembre del 1918 e che provocò diversi milioni di morti. Il lavoro compiuto da Archeoclub Terra d’Arneo e dal presidente dell’associazione Antonietta Martignano, è stato quello di collezionare dall’archivio storico del Comune di Nardò una serie di documenti, immagini, elenchi, carteggi e anche corrispondenza istituzionale risalente agli anni della guerra. È possibile ammirare infatti il medagliere con i nomi dei neretini caduti e dei combattenti di quel conflitto, le riproduzioni dei diplomi d’onore alle madri dei caduti, gli elenchi dei militari a cui è stata concessa la croce al merito, carteggi e richieste di medaglie commemorative, altri documenti relativi ai militari dispersi, la documentazione relativa alla individuazione del Parco delle Rimembranze di via XX Settembre, una fondina originale dell’epoca e l’insegna in metallo della gloriosa associazione nazionale “combattenti e reduci” che aveva sede in piazza Salandra. È possibile anche rileggere in una riproduzione a muro il comunicato storico della redenzione a firma del generale Armando Diaz, con il quale si annuncia che “la guerra… è vinta”. Tra le cose più interessanti i documenti che riguardano il brigadiere neretino Salvatore Manieri, che ricevette encomi solenni per l’opera di salvataggio di civili negli anni tra il 1915 e il 1919 e a cui è intitolata una via della città. Curiosa anche la nota del Comando della Divisione militare territoriale di Bari a firma del colonnello Caforio, datata 11 agosto 1923, con la quale si sollecita il Comune di Nardò, che evidentemente non aveva dato seguito a una prima formale richiesta, a trasmettere gli elenchi per il conferimento delle onorificenze ai caduti in guerra e alle loro madri, “per non ritardare – si legge testualmente – l’assolvimento di questo debito di riconoscenza della Nazione verso i caduti”.

Già diversi istituti scolastici della città hanno prenotato la visita a scopo didattico. Nei giorni scorsi hanno inaugurato le visite i ragazzi della classe quinta del Liceo Artistico di Nardò, che hanno realizzato due manifesti celebrativi del 4 novembre, accompagnati dal sindaco Pippi Mellone e dal presidente del Consiglio Andrea Giuranna.

Alla mostra si accede dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 13 e nei giorni di sabato e domenica anche dalle ore 17 alle 20. Il biglietto d’ingresso ha un costo di 3 euro (2 euro per under 18 e scolaresche) e consente la visita alla mostra e la possibilità di fare l’intero percorso del Museo della Città e del Territorio. Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare il numero 320 9459027.

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