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VITA DURA PER I FURBETTI DELL’OMBRELLONE SEGNAPOSTO, IN AZIONE PL E CAPITANERIA

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Vita dura sul litorale neretino per i furbetti del cosiddetto “ombrellone segnaposto”. Uomini della Polizia Locale e della Capitaneria di Porto, infatti, sono impegnati in un’attività di contrasto alla deprecabile abitudine di piazzare nottetempo (quando la spiaggia è completamente libera) gli ombrelloni in una posizione ottimale sull’arenile e di “prenotare” dunque la postazione per la mattina seguente, anticipando sul tempo gli altri bagnanti. Una consuetudine che si è diffusa a macchia d’olio sui litorali del Salento e che è espressamente vietata dall’ordinanza balneare della Regione Puglia, che all’art. 3, comma 1, lettera “l”, riporta appunto il divieto di “lasciare sulle spiagge libere, oltre il tramonto del sole, ombrelloni, lettini, sedie sdraio, tende o altre attrezzature”.

In pratica, gli agenti agli ordini del tenente colonnello Cosimo Tarantino, unitamente al personale della Capitaneria di Porto di Gallipoli, in due distinti interventi effettuati negli ultimi giorni sulle spiagge di Santa Maria al Bagno, Santa Caterina e Sant’Isidoro, hanno proceduto al sequestro di sei ombrelloni e altra attrezzatura. I due blitz sono scattati in tarda serata (l’ordinanza, come detto, circoscrive il divieto “oltre il tramonto del sole”), con gli ombrelloni già piazzati con l’intento di assicurarsi tempestivamente lo spazio per la mattina seguente. Impossibile risalire ai proprietari dell’attrezzatura. Dal comando di via Crispi fanno sapere che verifiche di questo tipo proseguiranno anche nelle prossime settimane.

“Non è tanto il numero di ombrelloni sequestrati che merita di essere evidenziato – spiega l’assessore alla Polizia Locale Ettore Tollemetoche testimonia peraltro un fenomeno esiguo, almeno sulla nostra costa, quanto l’odioso principio della “privatizzazione” della spiaggia libera da parte di bagnanti fantasma, che arrivano quando non c’è nessuno, piazzano gli ombrelloni e tornano quando fa loro comodo, beffando tutti gli altri. Un malcostume che, oltre ad essere vietato, dice molto sulle manifestazioni di inciviltà di cui siamo capaci. Per quanto possibile e nel rispetto delle priorità del lavoro quotidiano della Polizia Locale, ritengo giusto insistere nel contrasto di comportamenti di questo genere”.

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