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mercoledì, Marzo 27, 2024
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TENSIONE IN AULA CONSILIARE. IL CONSIGLIERE MARINACI DICE LA SUA

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“Avevo deciso di non intervenire in riferimento al consiglio comunale svoltosi l’altro giorno e sull’accaduto perché convinto che tanto la maggioranza quanto l’opposizione avrebbero cercato di stendere un velo pietoso sull’accaduto”.

Invece dopo l’intervento pubblico al solito condito da propaganda di bassa lega da parte del consigliere Fedele (al sindaco) ritengo importante far chiarezza e far capire alla gente che ci legge cosa è realmente accaduto in quel giorno. Dopo l’intervento, come al solito elettoralistico del Sindaco durante il quale, per l’ennesima volta, si accusa la passata amministrazione e ribadisco la passata e non le passate, avendo come ben sapete il buon Vaglio ricoperto il ruolo di sindaco per ben 13 anni, oggi è un supporter appollaiato pochi centimetri dietro la sua poltrona.

Insomma dopo il solito sermone a cui ha costretto l’assemblea che ha ascoltato silente e rispettosa ha preso la parola il Consigliere My che, in nome dell’opposizione, giustificava il voto di astensione della stessa sulla vicenda Soviva fornendo a supporto delle intenzioni, ed in maniera garbata, le dovute motivazioni. Quando ha preso la parola il consigliere My al silenzio si sono sostituite voci di sottofondo di scherno, insulti e qualsivoglia proveniente dalla solita cabina di regia.

Sono modalità consuete, in cui è bandito il buon gusto e la buona educazione. Modalità a cui non ci abituiamo e non ci abitueremo nè adesso né mai. E sono la conferma di un atteggiamento che Fedele fa finta di non vedere a bella posta o forse, peggio ancora, approva e condivide. Al consigliere My non è stato neanche consentito di parlare ad onta di quel regolamento che una figura istituzionale dovrebbe far rispettare in maniera certosina e dimostrandosi ovviamente, rigorosamente, super partes.

In campagna elettorale circolava un piccolo fotomontaggio in cui a mo di fiaba si rappresentava un ragazzotto buono e felice di divenire primo cittadino. Un modo come un altro per nascondere l’autoritarismo ed i metodi in stile ventennio che appartengono al sindaco di questa città. Sappia che non basta definirsi a mo di spot sindaco di tutti per rappresentare dignitosamente Nardò. Questo è il centro più grande della Provincia ed ha una storia che nessuno di noi ha il diritto di infangare. E lei per altro non è più all’opposizione da un pezzo. Il sindaco è il primo a dare l’esempio, a rispettare le leggi, a indossare il casco e a pagare le multe. Ed è soprattutto il primo ad utilizzare parole appropriate in tutti i contesti e soprattutto a microfoni spenti. E se promette di riconsegnare l’ospedale alla città e, poi si inventa un improbabile centro studi al posto dell’ospedale, non si aspetti l’applauso di scherno come fa l’assessore Tollemeto.

Il consigliere My è stato insultato e poi sbeffeggiato da un assessore che gli ha rivolto un plauso di scherno, con l’intenzione della disapprovazione.

Disapprovare cosa? Forse un’idea diversa rispetto ad un argomento che la maggioranza non condivide. Il consigliere My rappresenta una parte della Città e merita rispetto, e ha diritto di parola. Lo stesso rispetto che pretende il sindaco pro-tempore di questa Città.
Tollemeto dovrebbe scusarsi, da lì un parapiglia che non è una casualità. La misura è colma. E’ il frutto di un’esasperazione, di un rapporto, quello tra maggioranza e opposizione esacerbato e logorato dal cattivo esempio. In commissione gli assessori non si presentano, la commissione controllo e garanzia non si svolge in maniera sistematica, alle interrogazioni il sindaco di tutti non risponde e se ne frega neanche la cosa pubblica fosse di sua proprietà.

La politica della protervia mi fa ribrezzo, e l’opposizione è stufa dei continui richiami al Prefetto e di un modo di far politica visibilmente inadeguato ed evidentemente poco rappresentativo. Anche per queste ragioni abbiamo abbandonato l’aula. Se parlassi da sindaco anche il consigliere Fedele annuirebbe convinto e felice. La reazione è censurabile ma nella stessa misura in cui è censurabile l’azione che l’ha innescata. E’ inutile raccontare falsità o fingersi nel giusto dinanzi a tanto sfacelo.

Giancarlo Marinaci (vicepresidente Consiglio comunale)

 

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