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IL SENSO DELLE ISTITUZIONI, IL SENSO DEL “RIDICOLO”. DI LUCIO TARRICONE

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Viviamo tempi difficili, nei quali crescono paure ancestrali e irrazionali. Tempi nei quali cinismo ed egoismo sembrano dominare.

Tempi in cui la classe politica invece di denotare maturità e senso di responsabilità dà prova di irresponsabilità e infantilismo. Alla dialettica democratica si sostituisce l’insulto, l’insinuazione, l’accusa becera e volgare, la bugia fine a sé stessa. Le Istituzioni democratiche sono vilipese e discreditate.

Per il secondo anno consecutivo l’attuale Sindaco diserta la cerimonia organizzata dal Comune per celebrare il 25 Aprile, Festa della Liberazione dalla bestia nazifascista.

La Festa che come dice il Presidente della Repubblica Mattarella ha “ridato dignità alla nostra Italia e agli italiani”. Il Sindaco Mellone lo scorso anno era in “gita”, quest’anno non sappiamo dove sia andato. Quello che sappiamo è che dopo aver, come suo solito, propagandato ai quattro venti la sua presenza alla cerimonia si è dileguato. E la sua assenza non è casuale. È voluta, calcolata. È una scelta politica. Una scelta vile e oltraggiosa.

Oltraggiosa nei confronti dei milioni di morti che hanno permesso a tutti noi, Mellone compreso, di vivere in Democrazia; oltraggiosa verso l’intera comunità che un Sindaco dovrebbe rappresentare.

Vile perché Mellone non ha il coraggio di dire pubblicamente che da “fascista” quale è non riconosce il valore del 25 Aprile. Chi si definisce “il Sindaco di tutti” dovrebbe dimostrare con i fatti di esserlo. Ma Mellone è pavido e solo. Che non ha nemmeno il coraggio delle proprie azioni. Un uomo che dileggia ed espone anche al ridicolo i suoi “sostenitori”.

L’assenza oggi dalla manifestazione organizzata dal comune, disertata peraltro da associazioni e cittadini, del Sindaco Mellone offende e mette in imbarazzo anche il Presidente del Consiglio Comunale Giuranna, i cui appelli alla partecipazione alla vita della Città dovrebbero essere rivolti al Sindaco in primis. Ma a Mellone e i “suoi” poco importa. Per loro le Istituzioni sono solo un orpello insignificante, per loro è tutto un gioco.

Con questa gente non vi è possibilità di dialogo. E non potranno più far finta di niente nemmeno il Presidente Emiliano e tutti i Consiglieri Regionali che lo sostengono. Perché se a Nardò la democrazia è vilipesa la responsabilità è anche del Presidente Emiliano che Mellone coccola e vezzeggia. Il tempo delle ambiguità è finito.

Il confine tra propaganda e destabilizzazione delle Istituzioni a Nardò è stato ampiamente superato. E non da oggi. Lo tengano ben presente tutti.

Centro Studi “Salento Nuovo”

 

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