Trasgredì il codice della strada violando una zona pedonale. Alle richieste di chiarimenti dell’agente di polizia municipale reagì, mandando a quel paese. In più ad aggravare la sua posizione, rilasciò false dichiarazioni denunciando il vigile. A fronte di una multa di alcune decine di euro un automobilista di Nardò, 68enne A.P. oggi pensionato, si è visto infliggere dal giudice Marcello Rizzo, della seconda sezione penale del tribunale di Lecce, la pena di 15 giorni di arresto, tre anni di reclusione (il Pm aveva chiesto due anni e sette mesi) e, in sede civile, del risarcimento di 15mila euro oltre interessi e spese sostenute dall’agente di polizia locale, pari a circa altri 4500 euro.
La sentenza, pubblicata il 15 marzo scorso, riguarda fatti accaduti il 31 gennaio 2013 e mette un punto fermo, con giusta severità, alle intemperanze degli automobilisti nei confronti delle divise. Quel giorno, infatti, l’agente stava regolamentando il traffico in via Pilanuova quando l’uomo, a bordo del suo BMW, superò la transenna che protegge i bambini dal transito delle auto durante l’ingresso e l’uscita da scuola. Fermata dall’agente di PM, l’automobilista si rifiutò di mostrare i documenti e si allontanò velocemente dalla zona, invertendo la marcia e apostrofando il sottoufficiale. Dopo alcuni mesi, non pentito di quanto commesso e pur sapendo che l’agente aveva fatto solo il suo dovere, denunciò il vigile per abuso d’ufficio e falso ideologico, asserendo di non aver mai superato la transenna e, addirittura, che il pubblico ufficiale era arrivato ben dopo a fargli la multa, quando la sua autovettura era in posizione di parcheggio. A favore dell’agente, assistito dall’avvocato Antonio Palumbo, anche le testimonianze di ben tre persone che avevano assistito al diverbio. Tra novanta giorni le motivazioni della sentenza.