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IL PROF FINISCE IN OSPEDALE DOPO UNA TURBOLENTA GIORNATA. LO SFOGO DI DON RICCARDO PERSONE’ *FOTO*

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Don riccardo Personè è finito in ospedale dopo una travagliata giornata in una scuola di Copertino. Don Riccardo pubblica sulla sua pagina Facebook la foto del referto medico e il riassunto di una giornata infernale.

CARI GENITORI…

Cari genitori non soltanto degli alunni della scuola dove insegno attualmente 
ma oserei dire cari genitori di tutti gli studenti d’Italia 
(perdonate la presunzione di arrivare a tutti).

Riflettete molto a cosa trasmettete a casa ai vostri figli.
Se mai vi riunite al pranzo e/o alla cena;
se mai ascoltate (non sentite!) i loro bisogni e le loro necessità perché poi di fatto in classe tutto sono meno che ragazzi “per bene”.

Ovviamente non parlo di tutti ma di una buona fetta. 
È così difficile tenerli tranquilli, 
farli stare seduti. 
Soprattutto è così difficile 
mantenere il silenzio. 
Sembra che il grande avversario e nemico della società di oggi 
– e quindi anche delle nostre scolaresche – 
sia il silenzio. 
È chiaro! 
Si ha paura del silenzio perché nel silenzio occorre ascoltare, ascoltarsi 
– intendo anche ascoltare se stesso, nella profondità del proprio essere -.

Addirittura è diventata anche una moda (bruttissima) battere le mani, durante un funerale, all’uscita del feretro da casa o dalla Chiesa, quando, invece, dinanzi alla Morte ci vorrebbe il “grande silenzio”.

Voglio, a questo punto, raccontarvi la deludente, 
umanamente e relazionalmente parlando, giornata di oggi. 
Soltanto tre ore a scuola: la 2, la 3 e la 5 rispettivamente in una classe terza e in due prime.

Già durante la mia prima ora di servizio “fiocca” la prima annotazione sul registro elettronico, 
per comportamento scorretto degli alunni (domande banali, chiasso e risate che nemmeno i bambini…) 
con la speranza che venga letta da almeno qualche genitore. 
Eccola: 
“9:57 sono costretto, dopo ripetuti richiami, a sospendere la lezione poiché la maggior parte della classe è totalmente disinteressata. Si stava tentando di parlare della questione attualissima “Kurdistan” e di creare un parallelo con la questione Kosovo.
*** Per i genitori che dovessero leggere: confermo la mia indisponibilità a mandare in bagno o presso i distributori di cibo e bevande, durante la lezione, gli alunni”.

La stessa cosa si è ripetuta nell’ora successiva ma qui subito ho dovuto scrivere una nota collettiva poiché gli alunni facevano, a più riprese, dei versi “animaleschi”.

E siccome le classi, più o meno, sono fotocopia, 
lo stesso è accaduto nell’ultima ora.

All’inizio di quest’ultima un professore con 2 alunni della classe precedente vengono a trovarmi perché questi ultimi, responsabilmente 
– finalmente! – 
chiedevano scusa per il comportamento scorretto autoaccusandosi di essere i responsabili di quei versi.

Nella classe dell’ultima ora si è raggiunto l’apice con risposte e atteggiamenti non consoni allo status di alunno.

Difficile fare l’appello.

Impresa ardua tenerli seduti 
– e non mi si venga a dire che era la 5 ora, per favore! Non cadiamo nel ridicolo! -.

Si rifiutavano di farmi parlare e addirittura di scrivere dicendo che l’ora stava ormai per finire (era iniziata da appena 15/20 minuti…).

Così dopo 2 note personali ed 1 collettiva, 
e dopo aver chiesto l’intervento del collaboratore scolastico e di un professore, accusando un malore, alle 12:50 circa lasciavo la scuola e mi recavo al PPI del Distretto di Nardò.

Come potete vedere dal certificato avevo la pressione arteriosa molto alta (anche la minima) rispetto ai miei standard normali (90/60).

E più di qualcuno continua a parlare di traumi ai ragazzi! 
“Ma mi faccia il piacere”, direbbe Totò.

Sono loro che li creano a me e in generale a molti professori!

Sveglia genitori!!!

I figli si amano correggendoli 
e non assecondandoli; 
si aiutano a crescere reaponsabilizzandoli 
e non proteggendoli sempre e comunque!

Tutto questo, sappiatelo, fa tanto male a me ma anche a voi.

Vorrei che imparaste a sentire anche voi questo “male” che è il disagio esistenziale dei vostri figli che, forse, più nessuno ascolta veramente.

donriccardo

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