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LA STORIA DEI LEUDI LIGURI CHE APPRODARONO A SANTA MARIA AL BAGNO

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È autunno, scopri Nardò, il programma di visite guidate e tour sul territorio, ma anche di eventi e iniziative culturali e di spettacolo sino al ponte di Ognissanti, propone domani, domenica 29 settembre, Il leudo ligure a Nardò, un workshop a cura del professor Giuseppe Piccioli Resta. L’appuntamento è in programma alle ore 20 nell’atrio del castello (piazza Battisti). L’ingresso è libero.

Una ricerca condotta negli ultimi anni da Giuseppe Piccioli Resta, infatti, ha “svelato” le rotte commerciali tra la Liguria e la Puglia risalenti al periodo compreso tra l’inizio del ventesimo secolo e la seconda guerra mondiale. Lo studio ha dimostrato che alcune imbarcazioni, i caratteristici “leudi” dell’area intorno a Genova (probabilmente Riva Trigoso e Sestri Levante), raggiungevano il golfo di Gallipoli per acquistare il vino locale e altra merce. Il “leudo” è una barca a vela latina di circa sedici metri e con una capacità di carico di una trentina di tonnellate. La forma affusolata dello scafo permetteva a questa imbarcazione, in una epoca in cui i porti erano in numero esiguo, di esser calata in mare e tirata direttamente sulla spiaggia. Tanto da essere considerata all’epoca “il tir del Novecento”. Oggi l’Unesco ha dichiarato il “leudo” mezzo di valore storico e culturale. Le prove di queste rotte commerciali sono emerse da indagini geografiche, dai documenti degli archivi navali, dai sopralluoghi nei cantieri navali liguri e nei musei del mare, dalle ricerche presso le associazioni di studiosi del mare e presso gli appassionati ed esperti del modellismo navale storico. Ma decisive sono state le testimonianze che Giuseppe Piccioli Resta ha pazientemente raccolto tra i pescatori di Santa Maria al Bagno che ebbero modo di scoprire l’esistenza dei “leudi” e addirittura di salirvi a bordo.

Ricercatore dal 2001, componente di importanti progetti di ricerca, Giuseppe Piccioli Resta dal 2005 è Professore Associato di geografia presso l’Università del Salento, nel Dipartimento di Società, Storia e Studi sull’Uomo. Dal dicembre 2013 è il Responsabile Scientifico del Laboratorio di Fotografia Subacquea e Monitoraggio dei sistemi Costieri dell’Università. È anche un fotografo subacqueo di importanza internazionale, con oltre 130 concorsi vinti e i suoi lavori (tutti realizzati nelle nostre acque) sono esposti ovunque in Italia e all’estero.

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