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ANCHE NARDÒ TRA LE SEDI DEL FESTIVAL DELLA PUBLIC HISTORY

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La città di Nardò sarà una delle sedi della seconda edizione del Festival della Public History, Storie di comunità e comunità di Storia, in programma dal 13 al 16 novembre prossimi in varie città del Salento. L’amministrazione comunale, in qualità di partner dell’evento, nei giorni scorsi ha firmato il protocollo che vede insieme altri soggetti che sostengono il progetto: tra gli altri, oltre a Cesram (Centro Studi Relazioni Atlantico Mediterranee) che propone l’evento, i Comuni di Lecce, Copertino, Tricase, Gallipoli, la Provincia di Lecce, diversi istituti scolastici della provincia, tra cui il “Moccia” e il “Galilei” di Nardò, e due laboratori di Unisalento (Public History e Fotografia Subacquea). Inoltre, sarà coinvolta l’intera rete museale della città.

Obiettivo del Festival è quello di fornire sostegno culturale alla tutela dei patrimoni materiali e immateriali delle comunità salentine nell’ottica della public history, che riguarda le attività svolte da persone con una qualche formazione nella disciplina della storia, che operano al di fuori di ambienti accademici specializzati e generalmente in musei, dimore, siti storici, parchi, archivi, società cinematografiche e televisive e tutti i livelli di amministrazione pubblica. Concretamente, il Festival si svolgerà nelle quattro giornate secondo un programma che alternerà eventi, mostre, laboratori e performance artistiche integrandole all’interno di un seminario itinerante di riflessione sulla public history.

Il tema richiama al legame esistente tra il territorio del Salento e la presenza di persone di nazionalità diverse che lungo il corso della storia hanno costituito comunità dentro le comunità e che hanno sviluppato processi di integrazione peculiari per il territorio che hanno occupato (ad esempio, le comunità greche nel Salento centrale o quelle ebraiche a Nardò), interagendo con le comunità residenti in diverse epoche storiche e lasciando tracce nelle culture ospitanti ancora oggi presenti. Sin dalle sue origini, quindi, il territorio salentino ha vissuto la compresenza culturale come dimensione ordinaria della vita delle comunità locali. Questa dimensione è certamente patrimonio immateriale delle comunità attuali.

“Siamo contenti di prendere parte a questo progetto – dice l’assessore all’Ambiente e ai Musei Mino Natalizioe pensiamo di avere una significativa “voce in capitolo” nella storia delle comunità del Salento. Soprattutto, ovviamente, con la vicenda degli ebrei accolti a Santa Maria al Bagno e con le testimonianze “cristallizzate” nel Museo della Memoria e dell’Accoglienza. Ma tutta la rete museale sarà coinvolta con iniziative specifiche. Per noi è un onore fornire un contributo così importante alla storia di questa terra e al lavoro di chi si occupa della storia stessa, anche da una prospettiva un po’ diversa quale quella della Public History”.

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