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LA CITTÀ CONTINUA A PAGARE LE COLPE DI CHI METTEVA LA POLVERE SOTTO AL TAPPETO

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Tirando le somme sulla Tari, il taglio del 10% era un’inezia. L’aumento del 14% viceversa è una stangata. Questa opposizione di impudenti ha una faccia tosta che non si ferma nemmeno davanti alla fredda oggettività dei numeri. Delle due una: o era davvero un’inezia quel 10% e quindi questo 14% è letteralmente poco più di un’inezia; o era un taglio di proporzioni importanti quel 10% e quindi questo 14% è un aumento di proporzioni ancora più importanti. Tertium non datur, diceva Aristotele. Certo, il fatto che i fuoriclasse dell’opposizione disegnino la terza via non è una novità, né per noi, né per i cittadini.

La verità è molto semplice: in tre anni la bolletta media Tari è passata da 335 a 345 euro, a causa di vicende non imputabili a questa amministrazione (che, anzi, ha evitato la vera stangata). Per cui, il teatrino messo su in questi giorni da protagonisti e fiancheggiatori dell’amministrazione di Marcello Risi (e lo stesso redivivo Risi) è davvero triste. Ma in qualche modo comprensibile visto che il contenzioso con Progetto&Ambiente e il pasticcio su Tefa, due questioni che prendono le mosse nel 2010, sono un altro pezzo di una eredità vergognosa consegnata all’attuale amministrazione. Che ha il merito di aver evitato una bolletta realmente più pesante grazie al prudenziale e lungimirante taglio del 10% nel 2017 e di averlo mantenuto nel 2018. Come se non bastasse il costo galoppante delle tariffe dei conferimenti, che stabilisce d’imperio l’Ager e non Pippi Mellone, come se non influisse pesantemente la quota dei mancati introiti dovuti all’evasione, che questa amministrazione in verità continua a erodere, come se non ci fosse la balzana regola che chi paga deve pagare per sè e anche per chi non paga, ecco i soliti regalini di un’epoca amministrativa e politica che a quasi tre anni dal suo ultimo respiro, continua a far danni.

Per fortuna, questa città ha voltato pagina. Oggi c’è chi si rimbocca le maniche per costruire il futuro e per chiudere definitivamente con il medioevo risiano, con i pastrocchi, con il vomitevole tira e molla degli interessi di bottega. Oggi chi amministra non mette la polvere sotto al tappeto, rimandando sine die gli effetti di prove di governo clamorosamente fallimentari. Oggi chi amministra va a stanare gli evasori, facendo gli interessi di tutta la comunità e non facendo finta di niente per non disturbare gli umori. Oggi chi ha la responsabilità della guida della città, va fino in fondo, a testa alta, con coraggio e con la fierezza di difendere ogni giorno gli interessi dei neretini.

 

Giuseppe Verardi – Giovani in Azione Nardò

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